Desidero fare alcune considerazioni su questa bella riunione del Clan Rambaldi, considerazioni sicuramente non di parte perché fatte da un “acquisto” sempre molto severo nei giudizi e mai incline alla piaggeria.

Innanzi tutto un affettuoso ringraziamento a zio Peppino, padre fondatore di questi incontri, saldo anello di congiunzione fra tutti noi ed il Cav. Eugenio Rambaldi, il capostipite.

Un pensiero affettuoso ai Rambaldi della I° generazione, oggi qui spiritualmente presenti: zio Enrico, zio Mauro, la signora Gina, zia Caterina e zio Ugo.

Un ringraziamento riconoscente va a tutti i Rambaldi della seconda generazione: alla scomparsa Mimma, ad Amedeo, a Tina, ad Eugenio “da Venafro”, a Maria Nunzia, a Mario, ad Eugenio “da Sabaudia”, ad Eraldo, a Silvia, ad Antonella e Pasqualino “da San Felice”, che in sintonia con i rispettivi consorti hanno sempre fortemente voluto queste conviviali.

Ma il riconoscimento maggiore va ai Rambaldi della 3a generazione che nonostante la giornata invitante al mare, hanno risposto plebiscitariamente a questo appello, dimostrando un radicato senso di appartenenza. E queste è una delle caratteristiche che i Rambaldi hanno impresso nel loro DNA.

Altre loro peculiarità sono sempre state: la laboriosità, la semplicità, la modestia e la concretezza.

Amano la buona tavola e il buon vino ma soprattutto amano condividere con altri queste piccole gioie della vita.

E poi, stranamente, preferiscono tutti i tortellini in brodo (chissà perché?).

Oggi, in questa stanza, si è verificata la più alta concentrazione di Rambaldità che io abbia mai conosciuto e questo vi fa onore.

Voi rappresentate tante piccole fiammelle che confluendo qui dopo la diaspora hanno ricostituito e fatto rivivere l’intera fiamma originaria.

Siate sempre fieri ed orgogliosi delle vostre radici perché il vostro essere di oggi è anche dovuto a quanti vi hanno preceduto.

Inoltre, ciascuno di voi, deve acquisire la consapevolezza di essere portatore di una patrimonio genetico e morale comune che deve rinsaldare i vostri legami.

Ed infine cercate di trasmettere alle nuove generazioni quei valori che con amore vi furono consegnati dalle precedenti.

Alfredo